BOLOGNA – Raccontare la vita “Divas par Divas”, giorno per giorno in lingua Romani, per fare conoscere le tradizioni e la cultura delle comunità sinti dell’Emilia Romagna, in particolare quella di Reggio che risulta la più numerosa. Foto in bianco e nero del fotografo ligure 94enne Gianni Berengo Gardin. Le immagini diventano documenti storico-antropologici grazie ai quali si entra nella quotidianità così come nei festeggiamenti per il Natale, quando le famiglie si trovarono tutte radunate al Campovolo.
Documenti unici risalenti agli anni 80, come spiega la figlia del fotografo, Susanna Berengo Gardin.
La vita in roulotte, i bambini, le feste con gli abiti tradizionali, la vita comunitaria nei campi sosta, il fotografo si è sempre impegnato nella denuncia delle condizioni di marginalità. Tra i suoi scatti reggiani anche la foto di un sinti partigiano.
La Regione Emilia-Romagna, con la legge del 2015, è impegnata nel contrastare le discriminazioni verso i Sinti, la mostra quindi vuole offrire uno sguardo che avvicini superando quello che spesso è uno stigma sociale e fare conoscere la loro cultura millenaria.
A questi scatti si affiancano le foto di Fabrizio Cicconi e di Federica Troisi. Si può visitare la mostra sino al 18 aprile nella sede dell’Assemblea legislativa regionale in Viale Aldo Moro a Bologna.
Quando i Sinti erano al Campovolo: una mostra in Regione. VIDEO
13 aprile 2024A Bologna gli scatti del fotografo Berengo Gardin sulla comunità nomade negli anni 80. Nelle foto in bianco e nero anche il racconto sulla vita della comunità reggiana, la più popolosa in Emilia Romagna