REGGIO EMILIA – Per più di quattro ore a oltre 30 metri d’altezza, in cima alla gru. “Non scendiamo finché non ci pagano quello che ci spetta” continuavano a ripetere i due giovanissimi operai edili egiziani, mentre altri due connazionali protestavano per gli stessi motivi alla base della gru. E così hanno fatto: sono scesi solo quando hanno saputo che il bonifico era stato fatto. Lamentavano il mancato pagamento di alcune ore di straordinari. Protesta e conseguente apprensione sono iniziate alle 10.30 in via Fratelli Rosselli a Reggio, sul cantiere della Provincia che ha riaperto i battenti l’11 maggio dopo il blocco delle attività: si tratta dei lavori per la realizzazione del nuovo Polo scolastico del territorio che comprenderà le scuole superiori Motti, Zanelli e Secchi.
In particolare, lì si sta costruendo l’edificio che ospiterà gli studenti dell’istituto per geometri adesso in via Makallè. La ditta cui sono appaltati i lavori è la Sinergo di Roma, parte di un consorzio di Bologna. Il titolare e i dirigenti, assieme agli altri operai, sono stati testimoni dell’arrampicata dei due operai, dipendenti dell’azienda, verso la cima della gru. Un’impresa pericolosissima. E’ scattato l’allarme, è arrivata una squadra dei vigili del fuoco.
L’autoscala non era sufficientemente alta, per cui, non potendo stendere un telo da salto per la presenza di scavi nel terreno, è stata preparata l’attrezzatura alpina Saf. Per fortuna non c’è stato bisogno di usare nulla. Dopo una lunga contrattazione, con la mediazione di un funzionario della questura, della Digos e del personale delle volanti, i due giovani operai hanno prima raggiunto la metà della gru, e alle 15 sono finalmente scesi. La ditta ha sempre sostenuto che tutto fosse in regola coi pagamenti e adesso le verifiche verranno completate. La priorità è stata quella di riuscire a far scendere gli operai, che però probabilmente adesso verranno denunciati per procurato allarme.