REGGIO EMILIA – Questa mattina la Conferenza territoriale socio sanitaria ha approvato all’unanimità il bilancio previsionale del 2022 dell’Ausl di Reggio. Il presidente Giorgio Zanni e i 42 sindaci della provincia hanno ascoltato le parole della direttrice generale Cristina Marchesi e del direttore amministrativo Davide Fornaciari. Il disavanzo è pari a 82 milioni di euro.
Il mix di cause che ha condotto a quel disavanzo è drammaticamente semplice: minori entrate a fronte di maggiori uscite. Nel dettaglio: i ristori ancora da ricevere dallo Stato per le spese sostenute per la lotta al Covid, uniti all’aumento delle produzioni con le attività ambulatoriali e chirurgiche riprese a pieno regime, uniti all’esplosione dei costi delle utenze.
Ancora più nel dettaglio: l’Ausl di Reggio è in credito di 120 milioni di euro del fondo pandemia. La cifra è comprensiva del residuo del 2020 e dei contributi mai arrivati del 2021 e del 2022. Solo quest’anno le spese causate dal Covid, tra personale e materiali ad hoc, sfiorano i 50 milioni, e il saldo col 2021 è impietoso: i contributi sono calati di 36 milioni, i costi di produzione sono cresciuti di 43 milioni. Veniamo alla voce delle utenze, ovvero elettricità, gas e teleriscaldamento, che va da sè trattandosi di strutture sanitarie è una spesa incomprimibile: se nel 2021 era stata di 25 milioni, quest’anno è di 58 milioni.
Si potrebbero citare tanti altri numeri, che in queste cifre maxi suonano quasi secondari ma che non lo sono: i costi manutentivi sono cresciuti di 4 milioni, e anche il passaggio da 1500 a 1800 pazienti per ogni medico di medicina generale, a causa della mancanza di personale, si fa sentire. E ancora: l’aumento del budget per il privato accreditato, per riuscire a smaltire le liste d’attesa delle prestazioni, oppure il costo dei farmaci cresciuto dell’8%.
Queste le cifre del bilancio preventivo 2022 che entro aprile 2023 diventerà consuntivo. Un rosso che si accoda ai rossi, molti dei quali ancora più significativi, di tutte le altre aziende sanitarie della Regione. Regione che ha già annunciato che ripianerà con fondi propri queste perdite. Da qui l’insussistenza dell’ipotesi commissariamento. Ma il problema resta per il prossimo futuro. Sono tanti i “pagherò” teorici sul tavolo, tra i quali ad esempio il payback: nelle Regioni il superamento del tetto di spesa regionale è a carico delle aziende fornitrici di dispositivi medici. Intanto, i 42 sindaci reggiani e il presidente della Provincia in veste di presidente della Conferenza territoriale socio-sanitaria hanno approvato all’unanimità il previsionale.
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