REGGIO EMILIA – Hanno abbassato le serrande da settimane. Sono le attività nel settore del turismo, del commercio e dei servizi. I collaboratori, i dipendenti, gli stessi imprenditori si sono trovati chi senza lavoro chi con le spese da affrontare e il cassetto vuoto.
Anche per questo settore sono state annunciate misure di sostegno e la possibilità di accesso agli ammortizzatori, che rischiano però di restare solo sulla carta. I sindacati del settore si dicono molto preoccupati soprattutto per la risposta degli istituti di credito, che talvolta sembrano complicare invece di semplificare le procedure per queste erogazioni.
“Dal 23 febbraio a oggi abbiamo sottoscritto oltre 2600 accordi di ammortizzatori sociali che coinvolgono circa 17mila lavoratori- ha spiegato Luca Chierici, segretario generale Filcams Cgil di Reggio Emilia – ma c’è il rischio che queste persone si trovino con le buste paga a 0 euro. E’ stato sottoscritto un protocollo in Regione con le banche, che purtroppo non applicano l’accordo o richiedono documentazione ai lavoratori non prevista dagli accordi”.
Intanto, si pensa alla fase due, a una ripartenza ancora difficile da immaginare e che riserva molte incognite anche sui tempi di effettivo semaforo verde per queste attività: fine maggio. Questa, comunque, resta un’ipotesi, mentre il sindacato punta il dito sui dispositivi per la sicurezza dei lavoratori come condizione indispensabile.
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