REGGIO EMILIA – Katia Bassi, manager di Silk Faw, è stata protagonista ieri sera di un faccia a faccia con Gabriele Franzini nella prima puntata della nuova stagione di Decoder.
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“Abbiamo già cominciato ad assumere giovani ingegneri neolaureati, che possono dare un grande valore in termini di idee e di freschezza. Siamo in 40, continueremo ad assumere”.
La squadra di Silk Faw sta prendendo forma. E accanto ai nomi più blasonati, come il designer Walter De Silva e gli ex Ferrari Roberto Fedeli e Amedeo Felisa, ci sono anche ragazzi appena usciti dalle facoltà di Ingegneria. Sono le prime assunzioni, con l’impegno dell’azienda ad arrivare a mille entro il 2028. Nel faccia a faccia di Decoder, Katia Bassi – manager con esperienze di rilievo in Ferrari, Aston Martin e Lamborghini – spiega che il progetto Silk Faw non era realizzabile su un’area industriale dimessa, come quella delle ex Reggiane.
“L’obiettivo nostro non era solo quello di costruire una fabbrica. Qui noi ci siamo impegnati a fare qualcosa di più: costruire un hotel 5 stelle, un educenter, un incubatore di start up, un wellness center. Abbiamo tentato di mettere su carta un modello avanzato di azienda del futuro, un po’ alla Google”.
Un investimento da 1,3 miliardi di euro, senza precedenti nel nostro territorio, che ha raccolto il plauso di molti ma suscita qua e là anche alcune preoccupazioni. “Mi sento di dire che siamo tutte persone molto raggiungibili e ben volentieri rispondiamo anche a domande dirette”.
Lo stabilimento produrrà a partire dal 2024 alcune migliaia di auto di alta e altissima gamma ibride e elettriche e forse in futuro anche altri modelli. Quanto costeranno? “Per l’hypercar S9 superiamo il milione e mezzo di euro, come è normale che sia per le limited edition, mentre per le S7 siamo tra i 180 e i 300mila euro”.
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