REGGIO EMILIA – La terra dei motori guarda al futuro, all’elettrico e Reggio si candida a diventare protagonista E’ notizia di pochi giorni fa il maxi-investimento da 1 miliardo di euro annunciato dalla statunitense Silk e dalla cinese Faw nell’area industriale lungo l’autostrada tra Gavassa e Prato, dove sorgerà un centro di ricerca e uno stabilimento per la produzione di auto di lusso elettriche e suv di altissima gamma. Di questo si parlato nel nostro settimanale Decoder condotto dal direttore di Tg Reggio Gabriele Franzini. Ospite il sociologo Matteo Rinaldini, professore associato presso il Dipartimento di Comunicazione ed Economia dell’Università di Modena e Reggio. Analizzate le potenzialità e rischi del progetto, l’impatto sull’economia locale partendo dall’identikit di queste imprese dell’automotive. “E’ una impresa che ha una capacità di vendita di auto pari ai colossi occidentali, a volte anche superiori. Nell’ultimo anno ha venduto 3,5 milioni di vetture, con un patrimonio di 60 miliardi di euro. Il centro è la Faw, la parte cinese, ed è questo che ci deve interessare per essere contenti”.
Si attende il piano industriale dal quale si potrà capire meglio la portata del progetto. E sul fronte occupazionale si è parlato di uno stabilimento da un migliaio di lavoratori, ma non c’è il rischio che le aziende reggiane si vedano soffiare gli ingegneri e quanto sono fondate le critiche su una produzione tesa a beni di lusso, auto destinate a una una clientela di milionari: “Molti dei laureati in ingegneria scelgono di fare una esperienza all’estero. La competizione c’è già in questo momento rispetto alla forza lavoro specializzata. Tutto è costruito sulla base dello sviluppo di una specifica tecnologia, l’elettrico. Che sia per beni di lusso lo trovo secondario”.
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