REGGIO EMILIA – La linea difensiva è tracciata: “Sì, sono stato a Montecarlo ospite dell’imprenditore Aldo Spinelli. Un comportamento inappropriato, ma Spinelli è un amico e comunque non mi ha corrotto. Le scelte che ho fatto non sono state condizionate da quei soggiorni nel Principato, ho agito sempre nell’interesse del porto di Genova”. A parte qualche singolo episodio, come il pagamento delle spese del banchetto nuziale della figlia, Paolo Emilio Signorini non nega i fatti contestati dai magistrati, ma respinge l’accusa di corruzione.
A sentire l’ex presidente del Porto di Genova, oggi amministratore delegato di Iren sospeso dalla funzione, non c’è rapporto tra quei fine settimana a Monaco e il rinnovo trentennale delle concessioni sulle banchine a Spinelli. I difensori di Signorini, Enrico e Mario Scopesi, si sono detti moderatamente soddisfatti dell’esito dell’interrogatorio, ma i pm che hanno interrogato il manager hanno tagliato corto dopo neppure due ore.
A dispetto delle aspettative degli azionisti di controllo di Iren, Signorini non ha manifestato l’intenzione di lasciare il ruolo di amministratore delegato. All’interno del patto di sindacato che riunisce i Comuni di Reggio, Genova e Torino si sta facendo strada l’idea di non mettersi, per ora, alla ricerca di un nuovo capoazienda. Iren potrebbe dunque proseguire per un periodo non breve sotto la guida del tandem Luca Dal Fabbro (presidente)-Moris Ferretti (vicepresidente), magari con un maggiore protagonismo degli amministratori delegati delle quattro divisioni: Gianluca Bufo (Mercato), Giuseppe Bergesio (Energia), Eugenio Bertolini (Ambiente) e Fabio Giuseppini (Ireti).
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