REGGIO EMILIA – Iren ha formalmente chiesto alla procura di Genova gli atti dell’indagine su quello che, per gli inquirenti, era il sistema di corruzione ai vertici della Regione Liguria e dell’Autorità portuale. Vicenda per la quale è tuttora in carcere l’amministratore delegato, già sospeso, della multiutility, Paolo Emilio Signorini.
L’azienda di servizi intende infatti costituirsi come parte offesa nel procedimento in corso e per questo ha necessità di comprendere meglio che cosa viene contestato al direttore generale, le cui deleghe sono già state revocate e ripartite tra il presidente e il suo vice, il reggiano Moris Ferretti.
Contestualmente alla richiesta degli atti, anche in vista dell’assemblea dei soci prevista per il prossimo 27 giugno, Iren ha avviato due distinti audit, uno interno e il secondo affidato a Deloitte per vagliare tutti gli atti e le decisioni assunte in autonomia da Signorini negli 8 mesi in cui ha guidato l’azienda, a cominciare dall’incarico di consulenza affidato all’imprenditore genovese Vianello, che secondo gli inquirenti sarebbe stato una contropartita per aver pagato le spese del matrimonio della figlia. Contratto che Iren ha già sospeso.
Il termine per la conclusione degli audit è stato fissato a fine giugno e, dunque, non arriverà necessariamente in tempo per l’assemblea, anche se i soci sembrano aver già condiviso una linea di azione: votare contro la cooptazione dello stesso Signorini nel Cda e, di fatto, farlo decadere da amministratore, pur restando dipendente della multiutility. Un modo per evitare contenziosi e prendere tempo, in attesa della conclusione delle indagini.
Sempre per questo, Iren non procederà almeno sino a fine anno, alla nomina di un nuovo amministratore, con l’operatività che resterà affidata al presidente Luca Dal Fabbro e al suo vice.
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