REGGIO EMILIA – “Nell’ultimo decennio, lungo la via Emilia, tra le frazioni di Cella, Cadé e Gaida, si è registrato in media un incidente mortale all’anno”, lo denuncia il comitato di residenti protagonista questa mattina di una manifestazione in piazza Prampolini a Reggio.
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“Ogni volta che si viene a casa, e che non si è fatto del male a nessuno e non ci si è fatti male è una grazia”.
La via Emilia vista come una strada killer. In più di cento hanno risposto alla chiamata dell’associazione Mattone su Mattone, impegnata da tempo nel chiedere interventi di mitigazione della velocità del traffico. “Ci sentiamo parte attiva della città, ma da tempo ci sentiamo una parte dimenticata. Come periferia abbiamo pensato di venire in piazza per rendere visibile la nostra condizione di vita”, ci dice una manifestante.
Quasi duemila le firme raccolte da una petizione che vede unite le tre frazioni di Gaida, Cadé e Cella, teatro quest’ultima dell’incidente mortale costato la vita al giovanissimo Youness Lakhdar, investito da un furgone. C’erano anche i genitori del dodicenne in prima fila alla manifestazione di Piazza Prampolini. “Abbiamo già perso troppi bambini, mamme, padri”, ci dice il papà.
Le richieste e i suggerimenti dei cittadini sono stati riassunti in un documento consegnato venerdì alla prefetta di Reggio Emilia, Iolanda Rolli, invitata a sollecitare gli enti competenti affinché eseguano i necessari miglioramenti. “La soluzione migliore potrebbe essere mettere in sicurezza gli attraversamenti pedonali e le banchine degli autobus, e un autovelox per moderare la velocità”.
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