REGGIO EMILIA – “Possiamo farcela”. La zona stazione è il simbolo del degrado e dell’emergenza criminalità in città, uno spazio di spaccio all’aperto dove i piccoli venditori incontrano la miseria dei loro disperati clienti: in strada, nei garage occupati, tra rifiuti abbandonati e materassi usati come giacigli di fortuna.
“Ma, possiamo farcela”. Ne è convinto il segretario Cisl, Andrea Sirianni, che, alla vigilia dell’incontro di domani con il sindaco Massari, ha voluto scattare una polaroid della realtà che si vive in zona stazione. Sono 119 le persone che, da aprile a oggi, sono state agganciate dagli operatori di strada e inserite nel circuito pubblico dell’accompagnamento sociale, strappate al rischio di cadere nell’illegalità per recuperare i soldi necessari ad acquistare la droga e avviati al recupero.
Più della metà di loro presentavano forme di disagio psichico e consumo problematico di sostanze, candidati perfetti per la manovalanza criminale. E’ questo il risultato più rilevante conseguito da volontari, associazioni, cooperative e sindacati impegnati da tre anni a portare avanti i progetti di riqualificazione sociale, grazie al finanziamento di 78mila euro di Comune e Fondazione Manodori.
Le tre “stazioni di servizio con la comunità” di via Turri, piazza Secchi e viale IV Novembre offrono anche, tra le tante attività, assistenza allo studio ai bimbi del quartiere, con 50 giovanissimi seguiti e altri 30 in lista d’attesa e aiuto alle famiglie in difficoltà; 48 quelle che ricevono alimenti almeno due volte alla settimana.
Risultati concreti che, però, secondo Sirianni non sono sufficienti per vincere la battaglia contro chi ha trasformato la zona stazione nell’epicentro del degrado urbano. Il segretario della Cisl Emilia Centrale, sindacato che ha il suo quartier generale proprio in via Turri, chiede una presenza quotidiana delle forze dell’ordine, a cominciare dalla polizia locale. “Per vincere questa difficile sfida – sottolinea Sirianni – serve un progetto strategico. Gli operatori sociali devono avere al loro fianco tutte le forze di polizia: Comune e Stato devono stare coi piedi ben piantati nel quartiere, rendendolo inospitale per chi lo sporca e più accogliente per i residenti e per chi lavora per migliorarlo”.
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