REGGIO EMILIA – Due nuovi bacini di laminazione uno a Bagnolo per il Canalazzo Tassone e l’altro tra Cadelbosco e Castelnovo per Cavo Cava e Crostolo. Dopo aver concluso il ripristino degli argini che avevano ceduto o erano stati gravemente danneggiati in occasione dell’alluvione dello scorso ottobre, Aipo ha chiesto alla Regione e alla struttura commissariale di finanziare queste due nuove opere per mettere in sicurezza il territorio delle Terre di Mezzo invaso dall’acqua lo scorso autunno. Nel frattempo l’agenzia interregionale per il fiume Po continuerà a lavorare per aumentare la portata del Crostolo e dei canali che attraversano le campagne di Bagnolo, Cadebosco, Villa Seta e Santa Vittoria, intervenendo sulle erosioni spondali e riducendo la vegetazione presente negli alvei. 15 milioni complessivi di investimenti per rafforzare la sicurezza idraulica dell’area, in attesa dei due nuovi bacini di laminazione.
“Quella del Crostolo – spiega Gianluca Zanichelli, Direttore di Aipo – è già un’area vocata perché si tratta di un triangolo fra le arginature del Cavo Cava e del Crostolo, quasi naturalmente deputato. Lo si è visto anche durante la piena che una volta che il Crostolo rigurgitando ha scavalcato la strada provinciale, ha iniziato ad invadere quest’area che è un’area agricola con degli edifici non abitati. Però è chiaro che va delimitato in un certo modo; vanno costruiti dei manufatti in maniera che poi la portata inizi a entrare quando è il momento giusto, quando l’acqua è alta e rischia di mettere a rischio l’arginatura”.
“Col Comune di Bagnolo – continua Zanichelli – siccome il Canalazzo Tassone ha fatto un’altra piena molto significativa anche a dicembre dello scorso anno, abbiamo individuato delle aree in cui con maggiore difficoltà, perché bisogna costruire più opere, si possono accumulare dei volumi d’acqua nel momento in cui la la piena e più significativa e specialmente sul Tassone questo consentirebbe visto che è a cavallo tra il reticolo nostro e quello di bonifica, di dare un beneficio anche al Consorzio”.
Uno sforzo straordinario per rispondere ai cambiamenti climatici, l’alluvione dello scorso ottobre se ce n’era bisogno ha confermato che fenomeni estremi sono possibili e sempre più frequenti ed i danni maggiori li causano sulle reti idriche più piccole.
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