REGGIO EMILIA – La sensazione è che il peggio sia passato. Da una parte le ultime piogge hanno portato un beneficio al Po: i livelli del Grande Fiume si sono alzati di più di mezzo metro, da 14,75 a 15,36 metri sul livello del mare pur rimanendo al di sotto della media. Dall’altra, sta calando la richiesta di irrigazione da parte dell’agricoltura, come previsto dai cicli dei raccolti.
Questo lungo periodo di siccità, tuttavia, ha spinto a prendere provvedimenti. E la Regione considera strategico l’invaso territoriale della Val d’Enza, che può accumulare acqua da usare quando serve. Un progetto che ha compiuto un passo in avanti. La conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera al decreto ministeriale che destina 45 milioni di euro alla progettazione di infrastrutture irrigue. Di questi, 9 milioni e mezzo saranno destinati all’Autorità di bacino padano. La Regione chiederà di usare parte di quelle risorse, 3,5 milioni, per la prima progettazione dell’invaso tra le province di Reggio e Parma. Il finanziamento potrà essere utilizzato per lo studio di fattibilità tecnica ed economica. All’Autorità di bacino sarà inoltre richiesto di affidare la progettazione ai consorzi di bonifica dell’Emilia Centrale e Parmense, che dispongono delle strutture tecniche in grado di seguirla.
“Dobbiamo fare dell’acqua un uso sempre più intelligente, responsabile, più preciso e puntuale – il pensiero di Alessio Mammi, assessore regionale all’Agricoltura – diffondendo tecnologie e metodi agronomici che ci consentono di fare questo, ma dobbiamo anche depurare le acque reflue, milioni di metri cubi messi a disposizione dell’agricoltura e dell’ambiente. Infine, e non per ordine di importanza, dobbiamo invasare l’acqua quando c’è”.
Intanto, il territorio di Piacenza riceverà dalla Liguria 700mila metri cubi di acqua, un rilascio aggiuntivo dalla diga di Brugneto che servirà a completare la stagione irrigua e a dare sollievo a livello idropotabile alla città di Piacenza.
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