REGGIO EMILIA – Una crisi con valori mai visti, la peggiore da 70 anni a questa parte: non usa altre parole l’osservatorio sugli utilizzi idrici per descrivere la situazione di siccità che sta attraversando il distretto del Po. Il tavolo al quale hanno partecipato l’autorità distrettuale del Fiume Po e, tra gli altri, le regioni e la Protezione civile, si è riunito a Parma. E’ emerso che il fabbisogno di acqua è alto, a maggior ragione in questo periodo dell’anno ma la disponibilità si sta esaurendo. La neve sulle Alpi è totalmente esaurita in Piemonte e in Lombardia; tranne il Garda, tutti i laghi sono ai livelli minimi; la temperatura è più alta di due gradi sopra la media; la produzione di energia elettrica è in stallo. Le precipitazioni di maggio non sono state sufficienti a colmare il deficit idrico. E per le prossime settimane non si prevede pioggia, mentre la colonnina di mercurio continuerà a segnare valori più alti di quanto atteso in questo periodo. In alcune aree del distretto sono state già adottate decisioni drastiche: irrigazione sospesa o regolata in modo minuzioso nel ferrarese, in un centinaio di comuni in Piemonte e nel bergamasco è stato chiesto di sospendere le erogazioni durante la notte per rimpinguare i serbatoi dell’acqua.
La Coldiretti ha già quantificato i danni: un miliardo di euro a livello nazionale per il calo delle produzioni agricole. “Necessario definire le priorità di uso della risorsa idrica – dice l’associazione – dando la priorità al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo”.
Reggio Emilia Parma agricoltura fiume Po siccitàSiccità, Coldiretti: “Oltre un miliardo di euro di danni nei campi”