BORETTO (Reggio Emilia) – I numeri inclementi li mette in luce l’ultimo bollettino dell’Autorità del Fiume Po. Il livello del principale corso d’acqua italiano ha raggiunto record storici negativi. La misurazione della portata a Boretto è di 444 metri cubi al secondo, meno della metà rispetto alla media del periodo registrata negli ultimi 15-20 anni, pari a un valore di 1048. Il dato attuale è inferiore a quello che era stato rilevato un anno fa, sempre alla vigilia della stagione dei prelievi per l’irrigazione.
Con queste premesse, le attività nei campi dei prossimi mesi potrebbero rivelarsi addirittura più difficoltose di quelle conosciute nel 2023.
“Siamo in una situazione deficitaria e l’attività irrigua non è ancora iniziata – le parole di Alessandro Bratti, segretario generale dell’Autorità di Bacino del fiume Po – C’è molta preoccupazione. Ci vorrà molto buon senso per gestire situazioni che potrebbero essere critiche”.
Di fatto, le recenti precipitazioni hanno solo scalfito la siccità al Nord. Il volume di neve immagazzinato nel bacino del Po resta all’incirca la metà rispetto a quello normale. Neve al cui mantenimento non gioveranno le temperature dei prossimi giorni. Stando alle previsioni, è in arrivo nel fine settimana un caldo quasi da maggio, con picchi anche sopra i 20 gradi attesi sabato, in città e in pianura, mentre le massime in colline e verso il crinale saranno rispettivamente di 17 e 13 gradi. “Con queste condizioni meteo, è a rischio almeno il 30% dei nostri principali prodotti agricoli”, ha fatto sapere il presidente di Cia Agricoltori Reggio, Lorenzo Catellani, attraverso una nota che sottolinea anche i minimi storici raggiunti dai torrenti e dalle falde.
“Gli agricoltori sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli, senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare”, ha invece affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini.
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