BORETTO (Reggio Emilia) – La situazione è sempre più drammatica: secondo il nuovo bollettino dell’autorità distrettuale del fiume Po, i livelli del Grande Fiume sono ai minimi storici come anche quelli dei suoi affluenti. Non piove in modo significativo nemmeno sui rilievi, la riserva dei grandi laghi è in continua diminuzione.
“La situazione è ben più critica dal Secchia e, purtroppo, sta diventando critica anche dall’Enza – le parole del direttore del consorzio di Bonifica dell’Emilia centrale, Domenico Turazza – Dal Secchia abbiamo comunicato qualche giorno fa ad Arpae di avere temporaneamente sospeso l’irrigazione, perché di acqua nel rispetto di quel deflusso minimo vitale, ancorché derogato in basso, non ce n’era sostanzialmente più. Temiamo che con il perdurare di questa situazione, anche dall’Enza arriveremo probabilmente a un provvedimento di questo genere”.
L’autorità ministeriale ha proposto la riduzione dei prelievi di acqua per irrigare del 20% rispetto alla scorsa settimana. Ma il mondo agricolo è già da tempo in difficoltà: “Non sarà molto facile, concretamente, riuscire a imporlo – ha aggiunto Turazza – perché per esempio, in alcuni casi, penso al consorzio più vicino a noi, quello di Burana, sta già producendo molto poco e un’ulteriore riduzione vorrebbe dire di fatto chiudere la derivazione”.
E’ stato, inoltre, indicato di interrompere le deroghe al deflusso minimo vitale: “Sul Secchia è di 1.600 litri al secondo e la deroga consentiva sui 600-700 litri al secondo. Anche lì ci stiamo avvicinando, purtroppo, a questo limite che non può essere derogato. La Regione dice di interrompere la deroga, ma di fatto il regime del fiume, almeno per quanto riguarda noi e la nostra zona, fa già si che non sia più operante la deroga”.
Secondo Turazza, queste indicazioni metteranno ancora più a dura prova gli agricoltori: “La nostra associazione regionale ha poi fatto presente che in questo periodo dell’anno questo tipo di misure effettivamente potrebbero comportare dei danni enormi all’agricoltura. Siamo arrivati a 7-10 giorni dalla maturazione del raccolto e, proprio ora, far mancare la risorsa potrebbe avere conseguenze terribili”.
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