REGGIO EMILIA – Dagli impianti di pompaggio per il recupero delle perdite di rete al completamento del pozzo a Carpineti nell’alveo del Secchia, alla risagomatura della Traversa di Castellarano. Sono alcune delle opere urgenti che saranno finanziate dai fondi stanziati dal Governo dopo la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per la siccità. Quasi 11 milioni di euro sono stati attribuiti alla Regione Emilia Romagna.
Venerdì si terrà la cabina di regia che definirà il piano degli interventi, proposti da Bonifiche, gestori del servizio idrico, enti locali. Si interverrà anche per rendere più efficiente l’impianto del consorzio dell’Emilia Centrale sul Po a Boretto, sarà impermeabilizzato un tratto del canale demianale dell’Enza. Soluzioni che porteranno qualche beneficio ma che non risolveranno di certo il problema.
L’assemblea nazionale dell’Anbi, Associazione Italiana Bonifiche riunita a Roma, ha rilflettuto sulla necessità di interventi strutturali.
‘Dobbiamo strutturare il paese perchè questa è la sesta siccità negli ultimi 20 anni per questo noi come Anbi insieme a Coldiretti- spiega Francesco Vincenzi, Presidente ANBI- proponiamo l’istituzione di una serie di laghetti, oltre 6 mila laghetti sparsi sul territorio nazionale per aumentare la nostra capacità di invaso dal 10 al 25 – 30%. Nella nostra provincia, invasi di questo tipo sono previsti a Novellara, Villalunga e Salvaterra di Casalgrande per il recupero dell’acqua piovana e a Cerezzola, per quella dell’Enza.
“Ci vogliono le infrastrutture irrigue, ci vogliono le risorse, ci vuole la visione ma ci vogliono anche procedure più semplici e più veloci per progettarle e per realizzarle’ spiega Alessio Mammi, Assessore Regionale Agricoltura “Dobbiamo però lavorare anche sulle acque reflue, costruire impianti di depurazione delle acque reflue, milioni di metri cubi che potrebbero diventare un grande valore inestimabile, come è inestimabile l’acqua’.
A Mancasale, Iren e Regione hanno previsto il raddoppio dell’impianto di affinamento delle acque che escono dal depuratore e che, una volta purificate possono essere destinate all’agricoltura, 7 milioni di metri cubi di acqua in più all’anno. E poi l’intervento strutturale più atteso: l’invaso della Val d’Enza. La Regione ha chiesto al Governo di finanziarne la progettazione.
siccità diga di Vetto invasi Anbi Associazione Italiana Bonifiche