REGGIO EMILIA – In alcune zone dell’Emilia Romagna l’acqua scarseggia. In genere, si tratta di carenza di acqua per irrigare i campi, ma in alcuni casi ci sono problemi anche sul fronte dell’acqua potabile.
Qual è la situazione nella nostra provincia da questo punto di vista? Il servizio idropotabile è garantito da 31 acquedotti grandi e piccoli, con una rete di adduzione di 622 chilometri e una rete di distribuzione di 4.340 chilometri. Il principale acquedotto della zona montana è quello della Gabellina, sopra Collagna, che sfrutta numerose sorgenti del crinale e capta acqua dal torrente Riarbero. Nella pedecollina e nella zona di pianura la risorsa idrica arriva invece dai prelievi da falde sotterranee attraverso un sistema di pozzi di profondità compresa tra i 60 e i 180 metri. In più, per servire questa zona della provincia viene captata acqua dall’Enza a Cerezzola. Gli acquedotti che servono il maggior numero di utenti sono quelli di Reggio e di Roncocesi.
Il volume di acqua immesso in rete l’anno scorso ha sfiorato i 45 milioni di metri cubi, con un calo del 2% rispetto al 2020. Circa l’81% di questa acqua viene prelevata dalle falde, oltre il 10% viene captato superficialmente dall’Enza e dal Riarbero, mentre l’8% arriva da oltre 30 sorgenti dell’Appennino. Il problema numero uno è che ogni anno 10-12 milioni di metri cubi di acqua immessi in rete si perdono per strada. Le perdite di rete, che a livello nazionale sono pari al 42%, per Iren si attestano nel 2021 al 32,6%. La media della provincia di Reggio è del 28,1%. Il Piano d’ambito del servizio idrico integrato prevedeva negli anni scorsi quasi 6 milioni di euro di investimenti all’anno per la manutenzione degli impianti e la ricerca e riparazione delle perdite.
Le perdite sono particolarmente elevate negli acquedotti di montagna: ogni anno vengono eseguite decine di interventi che permettono di recuperare milioni di metri cubi d’acqua. Eppure, se si consulta la documentazione degli anni passati si scopre una realtà che dà da pensare. Dieci anni fa, nel 2012, le perdite di rete in provincia erano al 20%, contro il 28% di oggi.
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