ROMA – Arriva il commissario straordinario per il contrasto e la prevenzione della siccità. Lo prevede espressamente una bozza di decreto allo studio del Governo per far fronte all’emergenza idrica che sta colpendo in particolare le regioni settentrionali dell’Italia. La firma è attesa per oggi o per le prossime ore. Sono coinvolti vari ministeri (il ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibili, quello della Transizione ecologica, Politiche agricole, ministero per la Pubblica amministrazione, quello per gli Affari regionali oltre al ministero dell’Economia), quindi il provvedimento – sono coinvolte anche le Regioni – ha i suoi tempi da seguire. Il Consiglio dei ministri non ha ancora esaminato la bozza del decreto siccità perché prima bisogna che tutte le regioni interessate (quelle settentrionali più l’Umbria) dichiarino lo stato d’emergenza. Al momento hanno provveduto a dichiararlo la Lombardia e l’Emilia Romagna, lo stanno per fare Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Lo stato di emergenza serve più che altro a garantire risorse utili a gestire la crisi e a sostenere le aziende agricole. Preoccupazioni vengono espresse dal responsabile del Lavoro Andrea Orlando che sottolinea “un problema di salute e sicurezza: con oltre 40 gradi lavorare nei cantieri o nei campi non è possibile, a maggior ragione se manca l’acqua”. Perché lo stato di emergenza tarda ad arrivare? Il motivo è che le norme prevedono che sia frutto di un processo decisionale complesso che giunge al termine di un confronto tra competenze anche molto diverse. La dichiarazione territoriale dello stato di emergenza conferisce poteri speciali (razionamenti in primis) e anche una dotazione finanziaria (necessaria ad esempio per mandare l’acqua con le autobotti dove c’è necessità) viene effettuata dopo la messa a punto di un piano che integra competenze diverse e che coinvolgono il ministero delle Infrastrutture e della mobilità (competente per gli invasi), quello della Transizione ecologica (che si occupa tra l’altro di depurazione delle acque), quello delle Politiche agricole e le regioni. “Nel bacino padano – ha detto ieri Mario Draghi – si sta vivendo la crisi idrica più grave degli ultimi 70 anni. Una crisi che ha due cause: da un lato il deficit di pioggia che ha investito almeno gli ultimi tre anni. Una situazione per giunta peggiorata poi dall’aumento delle temperature e più in generale dal cambiamento climatico. Ma le difficoltà di oggi hanno anche delle cause strutturali legate alla cattiva manutenzione dei bacini e della rete che spetterebbe ai concessionari. Registriamo perdite straordinarie attorno al 30% della risorsa mentre in Israele la percentuale è del 3% e in altri paesi europei si aggira tra il 5 e l’8%. Per questo ci vuole un piano d’emergenza”.
Emilia Romagna commissario emergenza siccitàSiccità, in arrivo un commissario per gestire l’emergenza. VIDEO
4 luglio 2022La bozza di decreto allo studio del Governo prevede una figura straordinaria per il contrasto e la prevenzione