REGGIO EMILIA – Tre mesi per scongiurare la bancarotta. E’ questa la situazione in cui si trovano Werther International di Reggio e Sicam di Correggio, insieme alle società collegate Italgarage e Apac, dopo l’istanza di fallimento formulata dalla Procura. Le quattro aziende, tutte controllate dalla finanziaria bavarese Leviticus Industries, avevano chiesto in un primo tempo l’ammissione al concordato preventivo al Tribunale di Reggio. Dopo avere rinunciato, avevano presentato una domanda di gruppo al Tribunale di Bologna. Il 2 marzo scorso la domanda è stata accolta, con la concessione di 60 giorni di tempo per depositare il piano di risanamento e la proposta per i creditori. Martedì dunque i giudici di Reggio hanno stabilito di attendere la decisione dei colleghi di Bologna prima di esprimersi sull’istanza di fallimento della Procura. L’udienza è fissata il 13 giugno.
La legge fallimentare attribuisce al pubblico ministero la facoltà di presentare istanza di fallimento in alcuni casi ben precisi. La prima circostanza è quella in cui un giudice abbia rilevato l’insolvenza nel corso di un procedimento civile. La seconda si verifica quando l’insolvenza, come recita la legge, risulta nel corso di un procedimento penale oppure “dalla diminuzione fraudolenta dell’attivo da parte dell’imprenditore”. Di fatto, negli ultimi 10-15 anni, è accaduto molto raramente che la Procura di Reggio abbia chiesto il fallimento di aziende di dimensioni rilevanti.
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