REGGIO EMILIA – Un giorno di molti anni fa Stella Borghi guardò negli occhi un suo studente 14enne e gli disse: “Responsabilità significa chiedersi dove sia la giustizia. Passione vuol dire battersi per le proprie idee. Una persona che ha coraggio è responsabile e passionale e se ne frega di quello che dice la gente se la gente dice stupidaggini”.
Io, che ero quello studente, Stella Borghi la ricordo così. Oggi ha chiuso gli occhi per sempre dopo una vita spesa in trincea per combattere per la libertà. Una leucemia che si è manifestata sul finire del mese di giugno l’ha portata via in poche settimane. Mentre soffriva alla Madonna dell’Uliveto, ha continuato a impegnarsi in politica col gruppo di Più Europa al quale aveva aderito dopo una lunga esperienza nel partito radicale fin dagli anni Settanta.
Si è battuta a lungo contro la vivisezione e perché ogni animale potesse godere di trattamenti degni della vita. Ebrea, ha più volte posto l’accento sulla necessità di riscoprire le profonde radici di Israele, dello stato ebraico e del rapporto difficilissimo con le altre nazioni del medio-oriente. Stella Borghi aveva 82 anni e nel panorama della politica reggiana è stata un pungolo e un esempio di pensiero libero. A volte poteva apparire quasi incoerente, ma in realtà era una donna che si interrogava incessantemente per trovare un pensiero che andasse al di là di compromessi puzzolenti e irrispettosi dei più deboli.
Il gruppo di Più Europa è stata la sua ultima famiglia, sostenendola e accudendola nelle settimane della sofferenza. Molti i ricordi di tanti esponenti politici, compagni di battaglie ed avversari. Tra questi la presidente di Italia Viva Maura Manghi, l’ex assessora Mariafrancesca Sidoli, il gruppo del Pd di Bagnolo, paese in cui risiedeva, e il sindaco di Reggio Marco Massari.
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