REGGIO EMILIA – La Mensa del Vescovo passa in gestione alla Caritas. Detta così, potrebbe sembrare solo una riorganizzazione operativa in seno alla Diocesi, in realtà la svolta è epocale, non del tutto inattesa per la verità, ma è altrettanto vero che nelle ultime settimane il percorso ha subito una decisa accelerazione su input dell’Arcivescovo Giacomo Morandi, modenese dal 10 gennaio insediato in Vescovado.
I toni della Diocesi sono trionfali: “La Mensa del Vescovo dal prossimo anno potenzierà il suo servizio per i più bisognosi“. Come? “Entrando a far parte della rete di ‘mense diffuse’ che la Chiesa reggiano-guastallese ha attivato sul territorio grazie alla Caritas diocesana e ai volontari delle parrocchie. Nessuna chiusura in vista, pertanto, se non per i giorni strettamente necessari, durante le prossime festività natalizie, a redigere il consueto bilancio di fine esercizio e soprattutto ad approntare il tempestivo rilancio di un servizio a cui, in tempi di crisi, fa ricorso un numero crescente di persone”.

Mariachiara (Kikka) Visconti Gramoli
Per la verità il servizio ha sempre funzionato – arrivando a distribuire anche oltre 400 pasti al giorno – grazie agli sforzi dei volontari, della cuoca (unica dipendente della Diocesi) e della famiglia Visconti. Sì, perché se da 57 anni in Stradone del Vescovado viene rispettata l’indicazione del vangelo di Matteo, “Avevo fame e mi avete dato da mangiare”, lo si deve all’impegno caparbio e costante dal 1965 di Alma Alberti, moglie di Carlo Visconti, e dal 1989 della figlia Mariavittoria (per tutti Joio, moglie di Erminio Spallanzani, scomparso il 14 ottobre scorso) e, alla sua morte nel 2004, dalla sorella di lei Mariachiara Visconti Gramoli (Kikka). Ed grazie agli sforzi di quest’ultima, grazie al lascito di madre e sorella, nel 2006 la Mensa fu ristrutturata. Un intervento che non è rimasto il solo, con altre migliorie apportate negli ultimi anni.
“Per precisione storica – e citiamo sempre la nota della Diocesi – va detto che il servizio venne istituito già nel 1950 da monsignor Beniamino Socche nello stesso angolo del cortile del Palazzo vescovile, ma ebbe breve durata; la “rinascita” avvenne nel maggio del 1965”, con il vescovo Gilberto Baroni.

Mariachiara (Kikka) Visconti Gramoli con il vescovo Massimo Camisasca, predecessore di Morandi
Tornando ai giorni nostri, la vicenda ha subito, come detto, una accelerazione. Si sono susseguiti gli incontri tra l’Arcivescovo, il responsabile della Caritas diocesana Andrea Gollini e per l’appunto la presidente della Mensa del Povero (ente ecclesiastico formalmente non riconosciuto) Mariachiara Visconti Gramoli.
Ora cosa accadrà? Da gennaio tutti i pasti saranno preparati in via dell’Aeronautica, dove si trova il centro di cottura gestito dalla Caritas diocesana insieme ai suoi collaboratori (dipendenti e volontari), come già accade per le altre mense diffuse operanti nelle parrocchie di San Paolo, Preziosissimo Sangue, San Maurizio, Santo Stefano e Pieve Modolena. Anche la Mensa del Vescovo sarà aperta tutti i giorni dell’anno, dalle 10.30 alle 12.30.

Andrea Gollini, direttore della Caritas diocesana
“Il passaggio da mensa a mensa diffusa – spiega Andrea Gollini – è un passaggio che abbiamo già vissuto come Caritas diocesana e che richiede di cambiare prospettiva mettendo al centro dell’aiuto non l’erogazione di una prestazione, in questo caso il pasto, ma la relazione. Per facilitare questo passaggio nei prossimi giorni inizieremo una presenza in mensa per spiegare le principali novità agli ospiti (fra cui l’introduzione della tessera mensa) e per calendarizzare con loro momenti di colloquio indispensabili alla conoscenza e alla condivisione di una progettualità specifica per ciascuna persona”.

L’Arcivescovo Giacomo Morandi
L’Arcivescovo Morandi chiude con queste parole un’epoca: “In questo momento di passaggio desidero esprimere il mio personale ringraziamento per il servizio svolto dalla famiglia Visconti in tutti questi anni con una generosità e dedizione esemplari, in particolare a Mariachiara Visconti. Ringrazio inoltre la Caritas che si inserisce in questa storia benedetta di carità, assicurando la continuità di un servizio che si chiamerà ancora la Mensa del Vescovo”.
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