REGGIO EMILIA – I primi contatti risalgono all’estate scorsa. Gli americani di Silk Ev e i cinesi di Faw avevano già scartato la Gran Bretagna e scelto l’Italia per realizzare il polo delle auto elettriche di lusso.
Eliminata l’ipotesi Piemonte, si erano concentrati sulla Motor Valley emiliano romagnola: dieci i siti individuati, tra Reggio Emilia, Modena e Bologna. Se il capoluogo regionale si è praticamente subito sfilato, i modenesi si sono dimostrati invece molto interessati. Alla fine è stata Reggio a spuntarla, grazie in particolare alla stazione Mediopadana. “A fronte di una selezione molto ampia di aree – ha detto il vicesindaco Alex Pratissoli – sono arrivati a individuarne alcune adatte ai loro investimenti, in termini di dimensione, accessibilità, di vicinanza ai fornitori principali”.
Tre i siti presi in considerazione per insediare lo stabilimento di 320mila metri quadrati: in via Filangeri, di fronte alle fiere, a Roncocesi e nell’area industriale tra Gavassa e Prato, sulla quale è ricaduta la scelta. L’area, che si affaccia sull’autostrada, è di proprietà di due privati con i quali la società ha siglato gli accordi preliminari della compravendita. Siamo all’angolo tra la vecchia strada che porta a Correggio e il nuovo asse, via Caduti Muro di Berlino. Accanto, appena più a est, sarà costruito l’impianto biogas di Iren.
L’investimento di Silk e Faw riporta d’attualità l’ipotesi della realizzazione del nuovo casello autostradale Reggio Est: “Da adesso, parte un altro percorso – ha aggiunto Pratissoli – quello autorizzativo, per mettere in condizioni l’azienda di iniziare a produrre le prime autovetture a partire dal 2023”. Tra la documentazione richiesta per l’autorizzazione, anche la valutazione di impatto ambientale, a partire dal traffico veicolare e di mezzi pesanti. Il Comune rassicura: quello che sorgerà sarà uno stabilimento per la ricerca e per l’innovazione. I volumi produttivi saranno limitati, perché le auto del colosso sino-americano sono destinate a una platea di milionari. “Si prevede la produzione di due mezzi: uno ibrido e uno completamente elettrico, di altissima gamma quindi con una componente tecnologica molto spinta”.
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