REGGIO EMILIA – I profitti delle banche continuano a crescere. Nonostante il vorticoso aumento degli utili nel 2022 e nel 2023 e a dispetto dei primi segnali di inversione di rotta della Banca Centrale Europea che, dopo nove mesi di attesa, il 6 giugno scorso ha ridotto i tassi ufficiali di 25 punti base, portando il tasso di riferimento al 4,25%, la redditività degli istituti di credito è cresciuta ancora nel primo semestre dell’anno. I conti delle banche del territorio sono eloquenti.
Il Credem ha registrato un margine d’interesse di 618 milioni, in ulteriore crescita del 14,4% rispetto allo stesso periodo del 2023. L’utile netto nei primi sei mesi dell’anno è balzato a 324 milioni. Più contenuto l’aumento del margine d’interesse di Credit Agricole-Cariparma: 903 milioni di euro, con profitti netti in crescita del 9,6% a 444 milioni.
Ancora più roboanti i risultati di Bper Banca e Banco Bpm. L’istituto modenese ha visto il margine d’interesse crescere di quasi il 9% a 1,682 miliardi di euro, portando l’utile netto dei sei mesi a 724 milioni. Simili le grandezze per Banco Bpm, che ha in pancia l’ex San Geminiano e San Prospero: 1,723 miliardi di margine d’interesse e profitti netti in crescita del 19% a 776 milioni di euro.
Perché succede tutto questo? Succede perché, mentre i tassi applicati dalle banche alla clientela sui prestiti e sui mutui hanno spiccato il volo sotto la spinta dei rialzi decisi dalla Bce, quelli riconosciuti ai clienti sui depositi sono cresciuti molto meno. Nel giugno di quest’anno i primi sono stati pari in media al 4,25%, i secondi hanno superato a stento l’1% e la forbice negli ultimi dodici mesi si è allargata ancora di più, fino a superare il 3%.
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