REGGIO EMILIA – In queste ore Shabbar Abbas parlerà per la prima volta vis a vis con i suoi avvocati italiani, Simone Servillo ed Enrico Della Capanna, e deciderà se essere presente in aula venerdì alla ripresa del processo dopo la pausa estiva. Il padre di Saman, arrivato in Italia nella notte tra giovedì e venerdì dopo l’estradizione concessa dal Pakistan, comprende l’italiano e parzialmente lo parla. Il fatto di poterlo incontrare cambierà di molto la strategia difensiva. Ne è sicuro Della Capanna, associatosi da qualche mese al collega Servillo nella difesa del 47enne, che dice: “Inizia un nuovo capitolo e penso potranno esserci delle sorprese. Non sono affatto convinto del movente di questo delitto“, aggiunge il legale.
Secondo l’accusa, Saman venne uccisa, la sera del 30 aprile 2021, per essersi ribellata al volere della famiglia e a un matrimonio forzato. “Finora abbiamo comunicato con Shabbar solo via chat durante i videocollegamenti con la Corte d’Assise dove si sta celebrando il processo”, dice ancora Della Capanna. Proprio per questo, i legali chiederanno alla presidente della Corte di rivedere il calendario delle udienze, che prevede la sentenza ad ottobre, per risentire testi che già hanno testimoniato ma le cui parole il loro cliente non ha avuto la possibilità di sentire. E chiederanno anche, per potersi adeguatamente preparare assieme a Shabbar, che venga posticipata l’audizione del fratello di Saman nonchè figlio minore dell’uomo: è il teste chiave della procura, accusa lo zio di essere stato l’esecutore materiale dell’omicidio. Sul suo controesame si concentreranno tutti gli avvocati difensori degli imputati, compresi Della Capanna e Servillo.
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