SANT’ILARIO D’ENZA (Reggio Emilia) – Si chiamano sfalci ridotti o differenziati e non risultano molto popolari perché vengono identificati come un segnale di disordine: si tratta di una pratica di gestione del prato che prevede una riduzione della frequenza di taglio dell’erba. In questo modo, infatti, le piante che compongono il prato – come sostiene ai nostri microfoni l’esperta in scienze ambientali Annalisa Mussini – riescono a completare il loro ciclo vegetativo fino alla fioritura e alla produzione di seme. Il Comune di Sant’Ilario è tra quelli del nostro territorio che ha già imboccato questa strada. Con le nostre telecamere siamo andati a Calerno per seguire le attività preliminari avviate da una società incaricata dal Comune di attuare questa pratica.
“Stiamo delimitando delle aree, e questo creerà un bacino di biodiversità per l’aumento degli insetti impollinatori e della fauna utile”.
Il Comune di Sant’Ilario ha organizzato serate divulgative rivolte alla popolazione per illustrare questo tipo di pratica spezzo male accolta, perché l’erba alta viene percepita come disordine e come la semplice volontà di un ente di risparmiare.
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