REGGIO EMILIA – “Condividiamo con Unindustria Reggio Emilia le preoccupazioni rispetto allo stato di crisi che anche noi misuriamo quotidianamente nei posti di lavoro, a partire dai settori metalmeccanico, ceramico e dell’artigianato”.
“A giugno di quest’anno sono state bruciatele le stesse ore di cassa integrazione di tutto il 2023”: la Cgil di Reggio raccoglie e rilancia il grido d’allarme di Unindustria sul calo significativo della produzione nella nostra provincia, anche a seguito delle incertezze che stanno attraversando diversi Paesi europei. La soluzione però per il sindacato di via Roma dev’essere diversa: “Un intervento salvifico del Governo non arriverà”, dice il segretario Cristian Sesena.
“La legge finanziaria che questo Governo sta preparando taglierà la spesa pubblica, ma sicuramente non investirà in lavoro di qualità”. “Bisogna promuovere gli investimenti in ricerca e innovazione e sostenere i salari, nessun posto di lavoro può essere sacrificato”, prosegue Sesena. Il sindacato ha già in programma mobilitazioni a livello nazionale e a livello locale.
“A livello nazionale il 18 ottobre sciopereranno i metalmeccanici di Fiom, Fim e Uilm, per rivendicare politiche industriali credibili dal Governo, dall’ Europa, a partire dal caso Stellantis. Il 19 sarà la volta, sempre a Roma, dei dipendenti pubblici senza contratto nazionale e il 30 ottobre a Bologna toccherà ai pensionati”.
Sesena si rivolge poi alle istituzioni e alle parti datoriali locali: “Il tema del lavoro continua a non essere al centro dell’agenda politica reggiana”. “Noi siamo pronti a sederci attorno a un tavolo e confrontarci sul futuro di questo territorio, con i tanti dossier aperti, pensiamo ad esempio al polo della moda di Mancasale e alla crisi dell’artigianato”.
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