REGGIO EMILIA – Iren contro A2A. Il gruppo “erede” di Enia e Agac contro il colosso lombardo dei servizi pubblici. Il mega-appalto da 1,5 miliardi di euro in 20 anni per la gestione del servizio idrico integrato sarà una sfida a due. Lo dice una determinazione di Atersir, l’agenzia regionale per l’acqua e i rifiuti, datata 29 marzo.
Da tempo Atersir lavora alla gara per individuare il socio privato di Arca, l’Azienda Reggiana per la Cura dell’Acqua. Un socio che avrà il 40% del capitale e gestirà operativamente il servizio, secondo le prescrizioni del socio pubblico di maggioranza, cioè i Comuni reggiani.
Tutta la documentazione è pronta da più di un anno: bando di gara, capitolato d’oneri, modello gestionale, piano-economico finanziario e così via. Nel giugno dell’anno scorso, alla prima seduta riservata in vista della gara, erano pervenute domande da parte di quattro operatori, tutti ammessi nell’ottobre 2020 alla fase di prequalifica. Poi, in gennaio, alla prima seduta pubblica, l’apertura delle buste. Due le offerte: una è firmata Ireti, società del gruppo Iren, l’altra arriva da A2A Ciclo Idrico. Entrambi gli operatori sono stati ammessi alla procedura ristretta.
L’esito della gara porrà fine a una gestione in proroga basata su un affidamento scaduto nel dicembre 2011. Secondo il piano economico-finanziario, la gestione del servizio idrico integrato in provincia frutterà 82 milioni di profitti netti in 20 anni. Questi profitti però finiranno nelle casse di Arca, società costituita e controllata dagli enti locali. Arca da parte sua pagherà al socio privato un corrispettivo stabilito dalla convenzione che disciplinerà l’affidamento.
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