REGGIO EMILIA – Il Comune, attraverso i servizi sociali, la Caritas e diverse altre realtà della cooperazione sociale sono al lavoro in queste ore per trovare una casa a Dina. Dina è la mamma di Juana Cecilia Loayza: era arrivata a Reggio Emilia da poco più di un mese quando si è vista uccidere la figlia. E adesso, probabilmente, dovrà lasciare l’abitazione di via Melato in cui, per quel brevissimo tempo, ha abitato assieme a Cecilia e al nipote piccolissimo.
Con il proprietario dell’appartamento sono in atto colloqui per verificare una possibile soluzione. La donna, impegnata assieme al padre del bambino nel capire quale sia la sistemazione migliore per il nipote, deve quindi affrontare anche questo ostacolo.
Proprio a pochi metri da lì è avvenuto l’omicidio, la sera del 19 novembre. L’assassino, Mirko Genco, ex compagno della vittima, raccontò di aver preso il coltello arma del delitto proprio nell’appartamento di Juana Cecilia, dopo aver prelevato le chiavi dalla borsetta della 34enne, già esanime a terra nel parco di via Patti. Un racconto confermato dalle immagini delle telecamere e dai riscontri eseguiti dai carabinieri coordinati dalla procura. In quei momenti Dina si svegliò dal sonno per un momento, sentendo dei rumori.
La storia di Dina, del tutto peculiare, si aggiunge a quella di altre persone in questi giorni in cerca di una soluzione abitativa: l’arrivo del freddo non aiuta e tutti gli alloggi sono occupati, nonostante ogni anno aumentino di qualche unità quelli messi a disposizione.
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