REGGIO EMILIA – Nei giorni scorsi il Tar dell’Emilia-Romagna ha respinto il ricorso di Acea contro il bando di gara per la gestione del servizio idrico in provincia di Reggio. Le argomentazioni del gruppo romano suonano come una conferma della bontà del percorso di ripubblicizzazione portato vanati dagli enti locali reggiani.
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Un bando di gara che mette nelle mani dei soci pubblici tutti i poteri di approvazione dei piani industriali ed economici, lasciando al privato il solo potere di proposta e relegandolo al rango di finanziatore, senza competenze che non siano quelle della gestione operativa. Coloro che hanno a cuore la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato in provincia di Reggio hanno più di un motivo di soddisfazione per la sentenza emessa nei giorni scorsi dal Tar dell’Emilia-Romagna. I giudici amministrativi hanno respinto il ricorso contro il bando di gara per la gestione del servizio idrico presentato da Acea, il gruppo dei servizi pubblici di Roma. Iren, che aveva a sua volta fatto ricorso, lo ha ritirato, mentre Acea è andata fino in fondo. Il nodo del contendere è un appalto da 1 miliardo e mezzo di euro in 20 anni. Acea contestava la legittimità del bando messo a punto da Atersir su mandato degli enti locali reggiani.
Il Tar ha respinto il ricorso. Ma proprio le argomentazioni di Acea sono forse l’aspetto più interessante della vicenda. L’ex municipalizzata di Roma lamenta la “gravosità delle condizioni di partecipazione”. Nel ricorso, si legge che gli atti di gara “contengono elementi tali da impedire in concreto la formulazione di un’offerta minimamente remunerativa”. E ancora: la disciplina di gara negherebbe “al socio privato poteri di governance effettiva, determinando una partnerhip solo apparente”. Apparente perché, secondo Acea, ai soci pubblici spetterebbe “la decisionalità strategica”, mentre il privato dovrebbe sobbarcarsi il “reperimento di risorse finanziarie”.
Il processo di ripubblicizzazione del servizio idrico voluto dagli enti locali reggiani in attuazione del referendum del 2011 è stato lungo e accidentato. Qualcuno ci ha visto la volontà di cambiare tutto per non cambiare niente. Ma le lamentele di Acea suonano come una conferma indiretta della serietà del percorso.
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