REGGIO EMILIA – “Questa amministrazione non sta andando verso esternalizzazioni o privatizzazioni, sono soluzioni che non sono in campo”. L’assessore Raffaella Curioni è categorica e replica così all’allarme lanciato da Cgil e Cisl sul pericolo di tagli e esternalizzazioni per una fetta dei servizi educativi del Comune.
Il numero di educatori a tempo pieno in servizio per l’Istituzione Nidi e Scuole d’Infanzia è di 97, a fronte di un fabbisogno di 126. Gli insegnanti a tempo pieno sono, invece, 93 a fronte di un fabbisogno di 142. Il problema deriva dal fatto che questi vuoti rischiano di non poter più essere colmati, vista la legge del 2010 sui tetti di spesa degli enti pubblici. Il Comune – secondo quanto emerge – ha infatti sforato il budget per circa 600mila euro: o rientra entro il 2023, oppure per il 2024 non potrà può effettuare assunzioni sia a tempo determinato che indeterminato.
L’amministrazione auspica che il Governo conceda una deroga come avvenuto in questi ultimi anni di pandemia: “Ci sono interlocuzioni in campo con il Governo – prosegue la Curioni – grazie anche al supporto di Anci per far sì che possano essere trovate soluzioni che consentano di andare avanti con gli investimenti che questa città ha fatto”.
Secondo Cgil e Cisl, che hanno convocato per il 14 marzo una assemblea con i lavoratori dell’Istituzione Nidi e scuole d’Infanzia, la possibile esternalizzazione riguarderebbe il servizio del sostegno e potrebbe portare al taglio di una settantina di dipendenti assunti attualmente con contratto a tempo determinato.
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