REGGIO EMILIA – Restano 180 minuti. Un filo sottilissimo a cui ancora si aggrappano le speranze, sempre più flebili, del popolo granata.
Una strada, quella verso la salvezza, che è sempre più impervia e ripida per la Reggiana. Ma, almeno ora, non è ancora tempo di far passare i titoli di coda. Fin che c’è vita c’è speranza, recita un famoso detto che torna sempre di attualità quando le situazioni si presentano disperate. Soprattutto se il tuo futuro non dipende solo da te.
Riassumendo, i granata che sono terzultimi in classifica e, quindi, virtualmente retrocessi in C, devono fare due cose: prima di tutto, guadagnare una posizione in classifica e, poi, ridurre come minimo a 4 punti il distacco dalla quintultima, oggi l’Ascoli, altrimenti niente playout e retrocessione diretta.
Le avversarie saranno venerdì Spal in casa, con i ferraresi in lotta per entrare nei playoff ma reduci da tre sconfitte di fila, e lunedì 10 maggio Vicenza fuori casa, magari sperando che i veneti non abbiano più nulla da chiedere al campionato. Bisogna fare un punto in più del Cosenza, che se la vedrà con il lanciato Monza in casa e poi chiuderà nello contro diretto con il Pordenone.
Per giocarsi i playout, come detto, non basta arrivare quartultimi, bisogna anche ridurre il gap dalla quintultima. Questo significa fare almeno 3 punti in più di Ascoli o Pordenone. I marchigiani non hanno un calendario semplice, prima Cittadella in casa e poi Chievo fuori; i friulani invece devono andare a Venezia, avversario difficilissimo, ma poi avranno il Cosenza in casa lunedì prossimo. Insomma, è difficilissimo, ma alla Reggiana potrebbero anche bastare 3 punti per guadagnarsi i playout.