GUASTALLA (Reggio Emilia) – Soffiava un leggero vento, ieri sera, nel freddo della campagna guastallese. I carabinieri l’hanno sentito distintamente, l’odore. Anche perchè 40 chili di marijuana emanano un forte odore. Le piante, da cui sarebbe stata ricavata merce per svariate centinaia di migliaia di euro, erano in varie stanze loro dedicate all’interno di un casolare di Strada Marianne, nella frazione di San Girolamo. C’era tutto quello che occorreva per una crescita rigogliosa. Il soffitto era un intreccio di fili, tubi e lampade: un sofisticato sistema di aerazione, irradiamento e irrigazione garantiva un ambiente ottimale per la produzione dello stupefacente.

Parliamo di un casolare da tempo inutilizzato e con le utenze disattivate, i cui proprietari, raggiunti dai carabinieri, erano ovviamente all’oscuro di quanto avvenisse lì dentro. L’energia elettrica necessaria ad alimentare tutto il meccanismo arrivava tramite un allaccio abusivo alla rete pubblica: un cavo che partiva da un palo dell’illuminazione stradale era stato collegato ad un contatore installato nei pressi del casolare. Nulla era stato lasciato al caso, nessuna improvvisazione, neppure la parte riguardante i rifiuti. Diverse stanze erano adibite alla coltivazione con serre attrezzate; altre allo stoccaggio e al confezionamento della droga, un’altra ancora era appunto destinata allo smaltimento degli scarti della piantagione.
Gli uomini del comandante Roberto Iandiorio ritengono che l’attività proseguisse almeno da diversi mesi, ma le indagini sono appena iniziate e proseguiranno con diversi accertamenti. L’operazione, che ha portato al sequestro delle piante, dell’attrezzatura e dell’intero casolare, è scattata dopo il ritrovamento fatto dalla pattuglia di Reggiolo, che non era lì per caso. I militari eseguono abitualmente controlli specifici nelle campagne, soprattutto nella Bassa, con nel mirino proprio i casolari inutilizzati, spesso luoghi usati dalle bande per parcheggiare momentanemante merce rubata in attesa di piazzarla sul mercato, come trattori e altri mezzi, o, appunto, come base per la produzione di droga.















