REGGIO EMILIA – “Senza un cambio di approccio nei confronti della Siria, il Paese non si rialzerà dal terremoto”. E’ la testimonianza della mediatrice reggiana Anna Cervi, che a Damasco sta lavorando a uno studio sull’impatto delle sanzioni europee e americane.
Le macerie, le ricerca disperata dei dispersi. E poi la solidarietà e la necessità di fare qualcosa. Anna Cervi, di Campegine, è nella capitale siriana da una quindicina di giorni, dopo aver lavorato nel Paese mediorientale 7 anni nel recente passato. E’ membro delle Donne mediatrici del Mediterraneo. Per il prossimo mese e mezzo, per conto dell’organizzazione umanitaria no profit Oxfam, studierà l’impatto della sanzioni europee e americane sull’approvvigionamento idrico e alimentare.
Poco dopo essere arrivata, si è trovata in mezzo alla tragedia del terremoto, nonostante l’epicentro sia stato a Nord, nella zona di confine con la Turchia. Ma la sua è una testimonianza tristemente privilegiata su quello che sta avvenendo e su quello che potrà avvenire nel Paese. “C’è stata una grande reazione dei siriani, che hanno aperto le loro case ai sopravvissuti – ha detto a Tg Reggio – Persone di altre città che sono andate a scavare; con l’embargo non ci sono neanche le risorse per scavare sotto alle macerie”.
Il tema delle sanzioni adesso diventa ancora più centrale: sanzioni conseguenza del fatto che, nel contesto della guerra civile che affligge il Paese dal 2011, Stati Uniti e Unione europea appoggiano i ribelli siriani. L’Italia è stata la prima nazione a mobilitarsi per fornire aiuti materiali e assistenza medica: secondo la cooperante reggiana, in questa situazione è vitale riaprire un canale diplomatico ed è vitale che arrivino aiuti. “Un terremoto e le sue conseguenze non hanno confini e non dovrebbero essere politicizzati – ha aggiunto – Affidatevi a realtà come la Caritas e nel lungo periodo appoggiate un cambio di approccio nei confronti della Siria”.
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