REGGIO EMILIA – Lo scrittore, filosofo e professore Paolo Pecere sarà tra i protagonisti di un evento a Reggio organizzato in occasione della Giornata mondiale per la diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo. L’appuntamento è per martedì 21 maggio alle 18 nel palazzo dei Musei.
Si tratterà di un reading musicale dedicato all’ultimo libro dell’autore: “Il senso della natura. Sette sentieri per la Terra”. Pecere, insieme alle letture di Elisa Cattani accompagnata dalle musiche evocative di Luciano Bosi, esperto musicale e collezionista, presenterà il volume, che è candidato al “Premio Vero”, dedicato ai migliori libri giornalistici e divulgativi pubblicati in Italia.
L’iniziativa è nell’ambito del ciclo Notizie dal Mondo. Ospitare oggetti, persone, culture a cura di Georgia Cantoni, in collaborazione con Fondazione Mondinsieme e con il contributo di Iren.
Di seguito una sinossi del libro
Negli ultimi anni è stato riconosciuto l’impatto distruttivo della civiltà umana sulla natura, reso evidente da catastrofi climatiche, estinzioni di intere specie animali, desertificazione e scomparsa di paesaggi. Eppure, questa consapevolezza non produce alcun reale cambiamento nei nostri modi di vivere, nelle soluzioni adottate dalle società industriali per evitare la calamità. Al tempo stesso, assistiamo al diffondersi di un amore appassionato e di una profonda nostalgia per la natura incontaminata, rifugio dall’assordante disarmonia del mondo. È sicuramente un sentimento genuino, ma del tutto inadeguato a proteggere la Terra.
Da questa scissione paradossale, consapevole che la sola verità scientifica non sembra sufficiente a scuoterci, inizia il percorso di Paolo Pecere. Studiare e attraversare le città, con il loro apparente isolamento dall’ambiente e la loro dipendenza dalle risorse naturali, spostarsi sulle montagne e sotto gli oceani, esplorando l’origine della nostra coscienza, l’idea di un ordine cosmico, il rapporto tra umano e ciò che ci appare profondamente altro, diverso da noi, gli animali, le piante, l’acqua e la pietra, il paesaggio.
Qual è oggi, allora, il vero senso della natura, quel sentimento che siamo chiamati a ritrovare o immaginare di nuovo? Potrebbe significare «amare chi non è come noi», oppure restare in silenzio e guardare il mondo attraverso occhi che non sono i nostri. O forse smettere di scrutare sempre e ossessivamente noi stessi. La scoperta di una cura del mondo, una nuova definizione dell’ecologia, quella «scienza magnifica che è diventata triste», hanno bisogno di una visione del futuro che immagini altri modi di percepire la natura, e di un recupero della nostra memoria biologica che faccia avvertire l’unione indissolubile, vivente, organica e inorganica di tutto ciò che esiste sulla Terra.