REGGIO EMILIA – Sono sempre di più gli appassionati degli sport di montagna, dalla mountain bike all’escursionismo, talvolta però poco esperti o preparati e che sottovalutano meteo e avversità. Parallelamente, sono dunque in costante aumento le richieste di soccorso.
Lo dicono i dati forniti dal Soccorso alpino e speleologico dell’Emilia Romagna, che ha organizzato il convegno “Mountain critical heart event management” nella sede della Croce Verde di Reggio. “Nel Reggiano siamo passati da 19 interventi nel 2015 agli oltre 80 negli ultimi anni – ha spiegato Luca Pezzi, responsabile della stazione Monte Cusna – Oggi possiamo contare su 53 volontari distribuiti sul territorio, quattro mezzi fuoristrada e una base mobile per le ricerche. I tecnici sono formati dal punto di vista tecnico, alpinistico e sanitario e si lavora in sinergia con la centrale del 118 e il Sistema sanitario nazionale”.
Oltre 100 gli iscritti alla giornata di formazione, tra medici e infermieri. Teoria e prove pratiche per interventi sui pazienti critici con patologie cardiologiche acute da soccorrere in ambiente impervio e montano. Presentati anche gli innovativi progetti di telemedicina.
Il Saer, a livello regionale, può contare su 450 volontari tra cui 50 infermieri, 30 medici, 7 stazioni suddivise in squadre nelle zone più strategiche del crinale e di maggior frequenza turistica, 50 i mezzi attrezzati al soccorso.
Dagli esperti alcuni suggerimenti per affrontare in modo responsabile la montagna: “Bisogna andare in montagna preparati fisicamente, quindi senza essere atleti ma con un buono stato di salute generale, e preparati per quelle che possono essere le problematiche della montagna – le parole di Giacomo Mennilli, vice presidente regionale del Soccorso alpino – Bisogna frequentarla con attenzione, sapendo che percorso si deve fare in rapporto alle proprie caratteristiche fisiche senza farsi sorprendere, ad esempio, dal meteo o da altre criticità”.
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