REGGIO EMILIA – Giovani sempre più ansiosi e depressi, costretti sempre più spesso a ricoveri in neuropsichiatria infantile e rischio abbandono scolastico e isolamento. E’ un quadro a tinte fosche quello presentato in commissione cultura dalla garante regionale per l’infanzia, la reggiana Claudia Giudici, nel corso dell’annuale relazione sull’attività svolta.
Numeri ancora più significativi perché riferiti all’immediato dopo Covid, con la pandemia che ha presentato un conto salatissimo in termini di perdita delle capacità relazionali, proprio agli adolescenti. In Emilia Romagna, tra il 2021 e il 2022, la popolazione minorenne a carico dei servizi sociali è aumentata dell’11,6%, i ricoveri ospedalieri nei reparti di neuropsichiatria infantile sono stati 818, il quadruplo del 2010.
Ancora più preoccupanti i primi dati dello studio avviato lo scorso giugno sul ritiro sociale, gli “hikikomori” censiti sono stati 762 con un picco nella fascia 15-16 anni (38,3%) ma con un inizio significativo a partire dai 12 anni. Ritiro sociale che si collega direttamente all’abbandono scolastico, con 243 ragazzi che non frequentano più.
Ma tutta quella che è stata definita la “generazione ansiosa” evidenzia un pervasivo utilizzo digitale differenziato tra maschi, videogiochi, e femmine, social, e un costante incremento dei casi di ansia (33,5%) e depressione (16%). Tra le cause, anche l’incremento dei medesimi disturbi nei genitori ma non si possono sottacere anche quelle indirette derivanti dalla precarietà economica. Secondo i dati raccolti da Save the Children, il 15,9% dei minori emiliani vive in una condizione di povertà relativa e il 18,6% abita in case con problemi strutturali.
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