REGGIO EMILIA – Non è ormai più possibile vincolare il verbo “imparare” all’età scolare. Siamo chiamati ad apprendere per tutta la vita e perché questo avvenga bisogna agire sulle metodologie e sulle motivazioni. Di questo si è parlato in un convegno promosso da Unimore intitolato “Imparare ad imparare”.
“E’ con lo studio delle varie metodologie con cui riusciamo a raggiungere i ragazzi diversi che abbiamo arricchito il repertorio delle metodologie di lavoro”, spiega la docente di Unimore Roberta Cardarello.
Gli studenti cambiano e con loro anche la figura dell’insegnante che ha il dovere di ricercare costantemente le modalità migliori per essere incisivo nella propria missione di educatore. “La scuola si deve interrogare su come alimentare l’apprendimento e come farlo. Per questo il convegno parla anche a insegnanti e docenti”, continua Cardarello.
Il tirocinio per gli studiosi di scienze dell’educazione e della formazione è ancora qualcosa d’importante ma non è il solo strumento a disposizione dei giovani universitari: “Il tirocinio non è il solo luogo di formazione che i giovani docenti devono imparare a conoscere, bisogna essere consapevoli che ci attende una formazione continua”, spiega Agnese Vezzani, tutor di Unimore.
La ricerca nel campo della didattica è particolarmente florida tanto che il convegno organizzato nell’aula magna del Seminario è nato da intenti precisi: “Imparare ad imparare significa imparare a riconoscere come la nostra mente apprende”.
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