REGGIO EMILIA – A un giovane di Sassuolo con la passione per il calcio (è attaccante nello Sporting Scandiano), durante la visita annuale per l’idoneità sportiva era stata riscontrata un’anomalia al cuore. Giovanni, 16 anni, ha visto la sua vita travolta dalla diagnosi di un tumore, alla quale è seguito un delicato intervento di alta complessità eseguito presso Salus Hospital. “Pensavo fosse un controllo normale – commenta Giovanni, ricordando quella visita sportiva – ci sono rimasto davvero male quando ho scoperto che c’era dell’altro”. “È stato un fulmine a ciel sereno – ricorda la madre del ragazzo – Tutti i dottori, gli infermieri, gli addetti ai servizi sono stati gentilissimi, ci hanno accolti a braccia aperte e ci hanno fatto sentire compresi”.
Gli esami di imaging cardiaco eseguiti presso Salus Hospital confermano infatti la presenza di un tumore cardiaco di 1,4 cm, una “pallina” situata nel cuore, nella cavità del ventricolo sinistro. L’iter diagnostico è stato possibile grazie a un lavoro sinergico dei medici Luca Piccinini, medico dello sport, Evelina Faragasso, cardiologa e responsabile dell’imaging cardiaco avanzato, e Andrea Barbieri, responsabile del laboratorio ecografico del Policlinico di Modena. “La posizione della massa, in corrispondenza dell’apice cardiaco originante da una falsa corda tendinea, e le sue dimensioni notevoli, hanno reso necessario un intervento nel breve periodo – ha spiegato il dottor Vinicio Fiorani, responsabile della cardiochirurgia al Salus – Questo genere di tumori è rarissimo e ha la tendenza a crescere, con il rischio di ostruire il flusso sanguigno o di distaccarsi e causare emboli andando a danneggiare altri organi, come ad esempio il cervello con la grave conseguenza di un ictus. Va dunque asportato. Abbiamo deciso di intervenire in maniera mininvasiva, in minitoracotomia, ovvero passando attraverso un piccolo taglio di pochi centimetri sul torace destro e con l’ausilio di una telecamera, salvaguardando strutture importantissime nel cuore. In letteratura risulta un solo caso di emangioma asportato per via mininvasiva, ma di tipo cavernoso: possiamo dunque affermare di essere i primi ad asportare un emangioma di tipo capillare in maniera mininvasiva”.
Dopo un breve periodo in terapia intensiva, Giovanni ha terminato la degenza in reparto con 15 giorni di riabilitazione cardiorespiratoria. Col tempo potrà tornare a condurre una vita normale e a giocare a calcio. “Dopo l’intervento ho trascorso diverso tempo a casa e lunedì 15 aprile, a meno di un mese dall’intervento, sono tornato a scuola. È stato un po’ come ricominciare dopo le vacanze estive. Sono felice di riprendere molti aspetti della vita normale e sono stato davvero contento di ritrovare tutto l’appoggio dei compagni di classe e dei professori, che non è mai mancato durante i giorni in cui sono dovuto rimanere a casa. Ora, l’obiettivo è tornare più forte di prima anche sui campi da calcio”.












