VENTASSO (Reggio Emilia) – Dieci sedi, dagli asili alle medie per 203 bambini in un’area di 260 km quadrati: è l’istituto comprensivo “Ventasso” che riunisce i plessi di Busana, Collagna, Ramiseto e Ligonchio.
Un territorio nel quale la denatalità può rendere tutto ancora più complicato. Riunire in una stessa classe alunni nati in anni differenti è una necessità e lo è da tempo. “Ma oggi la pluriclasse ha un valore aggiunto: ci sono saperi trasversali che possono essere affrontati in età diverse con livelli diversi – ha spiegato a Buongiorno Reggio la dirigente scolastica Giuseppina Gentili – Il secondo valore aggiunto riguarda la dimensione sociale. La possibilità di creare rapporti tra ragazzi che hanno età diverse, privilegiando anche una dimensione di supporto tutoriale tra ragazzi più grandi e più piccoli, ha un valore sul piano etico perché i più grandi sono testimoni di una identità che può essere di esempio per i più piccoli. I ragazzi più piccoli guardano ai più grandi e i più grandi sono un modello non solo in termini di apprendimento, ma anche di identità”.
A Ramiseto i 32 alunni della scuola primaria quest’anno sono divisi in tre gruppi: la prima è stata unita alla seconda, la terza alla quarta e poi c’è la quinta elementare. Alle medie, le tre classi sono diventate un’unica pluriclasse con 14 studenti. “In montagna, con il fatto di essere pochi e di età diverse, si crea una situazione familiare – ha aggiunto Gentili – Anche dal punto di vista affettivo c’è una sorta di legame fra ragazzi che abitano nello stesso paese”.
Il grande nemico è l’isolamento, in una zona dove la scuola più vicina può essere anche a 30 km di distanza. “Per questo – spiega il sindaco Enrico Ferretti – il trasporto scolastico è gratuito. Stiamo incentivando il dopo scuola, perché la scuola è il primo approccio sociale. Ci sono bambini che vivono nei paesi da soli: è nostro dovere mantenere i servizi in tutti i dieci plessi del comune”. Una sfida importante per un comune da 3.900 persone. E per gli insegnati, chiamati a mettere in campo attività ricreative anche al di fuori dell’orario scolastico, in sinergia con le realtà del territorio. Ma le soddisfazioni non mancano, a partire dal finanziamento di 46mila euro ricevuto dalla Regione che ha deciso di investire su questo modello. “Dal punto di vista dei genitori c’è un po’ il pregiudizio che la pluriclasse sia un handicap: io posso testimoniare che i risultati ci sono anche in termini di risultati di apprendimento. Noi abbiamo sistemi di raccolta dei dati che mostrano che la pluriclasse non ha nulla da invidiare alle monoclasse”, ha concluso la dirigente.
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