REGGIO EMILIA – Tra i problemi che ogni anno le scuole si trovano ad affrontare ad anno scolastico avviato c’è quello del reclutamento riguardante gli insegnanti di sostegno. La situazione più complicata riguarda le elementari.
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“Nonostante una graduatoria di 1100 persone circa, abbiamo dovuto restituire 121 posti alle scuole. Quindi ora i dirigenti dovranno provvedere a coprire con le graduatorie di istituto che sono quasi esaurite, questi posti”. A parlare è Monica Leonardi (Cisl Scuola Emilia Centrale).
Reclutare 121 insegnanti di sostegno per la scuola primaria. Di questo si stanno occupando le segreterie degli istituti comprensivi della nostra provincia. Un quantitativo al quale si aggiunge il contingente extra, di organico cosiddetto covid, previsto dal Ministero per sostenere le attività ai tempi dell’epidemia. Tradotto, significa che in queste prime settimane di anno scolastico ci sono stati alunni rimasti senza maestra o maestro di sostegno. La procedura delle nomine per chiamata non si è ancora conclusa. In totale i supplenti di sostegno destinati alle elementari quest’anno sono 444. Avrebbero potuto essere 92 di meno, tante erano infatti le cattedre di ruolo a disposizione di insegnanti in possesso di titolo abilitante.
“Avevamo tanti posti, sia nella primaria, 92, alle medie, 98, e alle superiori, 77. Ma non abbiamo fatto nomine in ruolo di sostegno, quindi significa che non abbiamo specializzati“.
La supplentite rende difficile tutelare gli alunni con disabilità anche dal punto di vista della continuità didattica. Troppo spesso sono figure nuove quelle che vengono loro affiancate al rientro tra i banchi. “Si tratta di alunni che necessitano di personale specializzato, non sono di serie B, devono avere insegnanti con una preparazione adeguata, fatta di corsi di specializzazione organizzati ad hoc”.
Peccato che con il contagocce vengano avviati i percorsi abilitanti. In questo anno accademico, ad esempio, soltanto in 130 potranno accedere a quelli organizzati dall’Università di Modena e Reggio Emilia, suddivisi in 25 posti per la scuola d’infanzia, e 35 per ognuno degli altri ordini di scuola. “Non capiamo perché il ministero e le università non si attrezzino per risolvere questa emergenza“,chiosa Leonardi.