REGGIO EMILIA – E’ in corso una vera e propria corsa contro il tempo per consentire un inizio di anno scolastico sostenibile, con il maggior numero possibile di maestri e docenti in classe. Provveditori, dirigenti, sindacati e ovviamente insegnanti e personale tecnico e amministrativo come ogni anno stanno facendo il massimo, ma stavolta sarà ancora più difficile del passato.
Colpa delle Gps, le nuove graduatorie provinciali per il reclutamento dei precari uscite in ritardo per i docenti e ancora attese dal personale Ata. Considerando che a Reggio 1 lavoratore su 4 è precario, ecco che l’inizio dell’anno scolastico si annuncia già molto in salita. Tempi lunghi anche perché ancora non sono state definite le assegnazioni provvisorie per il personale di ruolo che ha chiesto di avvicinarsi a casa. Una situazione problematica per chi abita in affitto nei comuni dove lavora e vorrebbe tornare nel Reggiano, ma ancora non ha avuto una risposta.
“Ci saranno dei problemi. Anche lo scorso anno per alcune cattedre si è arrivati alla chiamata delle supplenze a Novembre. Per il personale Ata il problema potrebbe essere ancora maggiore”, spiega Carlo Piano, segretario del sindacato Flc Cgil di Reggio.
A livello nazionale, denuncia Uil Scuola di Reggio Emilia sono 250mila i precari che ancora oggi non sanno in quale sede dovranno iniziare il nuovo anno scolastico. Il sindacato esprime profonda preoccupazione per l’andamento delle procedure di reclutamento e il responsabile Luigi Fiorentino denuncia che, a causa di un cavillo burocratico, alcuni posti liberi di Reggio saranno assegnati a candidati di altre province senza considerare quelli inseriti in quella provinciale. Il problema di fondo resta l’eccesso di precariato, con il paradosso di chi ha superato il concorso del 2020 che non viene assunto perché le nuove regole impongono di dare la precedenza a chi ha vinto quello finanziato dal Pnrr nel 2023. Una guerra tra poveri, senza che il Governo abbia aumentato i fondi per stabilizzare i lavoratori della scuola. “Ci sono persone idonee dal 2020 che potrebbero essere assunte tra 4-5 anni, il che è davvero intollerabile. I concorsi costano, c’è uno spreco di denaro pubblico”, continua Piano.
E così, prima ancora di iniziare l’anno scolastico, i lavoratori della scuola scenderanno già in piazza. La manifestazione regionale è in programma venerdì 30 a Bologna per chiedere l’immissione in ruolo di chi ha già vinto il concorso e bocciare senza appello l’autonomia differenziata. “La scuola statale potrebbe scomparire se passa questo tipo di norma, se l’istruzione diventa di competenza regionale”.
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