REGGIO EMILIA – Mancanza di personale e tracciamento poco fluido. Sono questi i macro problemi che emergono con prepotenza al termine della prima settimana di ripresa dell’attività scolastica.
Pur ribadendo tutte le voci in campo l’assoluto desiderio che le lezioni siano in presenza, la Cgil e alcuni dirigenti scolastici – nel Reggiano una decina quelli che avevano firmato una richiesta in tal senso, tra cui Teresa Pullia ospite ieri a Il Graffio – avrebbero preferito posticipare la ripresa di un paio di settimane per “il timore – ha detto la dirigente in studio – di non riuscire a organizzare le lezioni”.
In provincia mancano oltre mille persone tra docenti e personale Ata, per la stragrande maggioranza a casa per isolamenti e quarantene. “Da quattro giorni cerco personale Ata e non lo trovo”, ha ammesso la Pullia, preside dell’ istituto “Ligabue”. “Stiamo richiamando gli insegnanti in pensione per chiedere la loro disponibilità”, le ha fatto eco Silvano Saccani, segretario provinciale Cgil scuola. “Con questo ragionamento, che manca personale, dovremmo chiudere enti pubblici e servizi: ci sono tante difficoltà, ma dobbiamo imparare a gestire la situazione”, ha replicato Ilenia Malavasi, vicepresidente della Provincia con delega all’Istruzione.
Poi, l’appello alla vaccinazione soprattutto per la fascia dei bambini più piccoli, visto che il fronte caldissimo a ora è quello delle scuole elementari, e una considerazione sull’ipotesi che punti vaccinali vengano aperti all’interno delle scuole. “Ci vuole comunque l’autorizzazione dei genitori – ha ricordato la Malavasi – Farlo all’interno delle scuole lo vedo complicato; se poi ce lo chiederanno, troveremo una soluzione e lo faremo, ma credo ci siano in questa provincia molte occasioni per vaccinarsi anche senza prenotazione”.
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