REGGIO EMILIA – “Qual è la cosa più difficile? Tenere sempre la mascherina e lavare spesso le mani”. “Hai provato la febbre stamattina?”. “No…io sì…”. Eccola la stanza covid. E’ uno spazio che deve esserci in tutte le scuole. Lì deve essere accompagnato lo studente che accusa sintomi.
La normativa impone che la persona sia sola, qui dentro, con un insegnante a controllare. Cosa che creerà non poche complicazioni, visto che febbre, mal di gola e raffreddori, sintomi anche dei malanni di stagione, si moltiplicheranno velocemente e verosimilmente in molti contemporaneamente andranno isolati. Come fare? Al liceo Canossa si sfrutterà il cortile interno, e poi si vedrà. Il principio guida è sì essere organizzati, ma anche vedere di giorno in giorno quale sarà la situazione. In tutte le scuole, come referente per le divisioni degli spazi per la ricreazione, gli accessi, il registro delle presenze, è stato individuato un insegnante responsabile covid. “Quando un ragazzo ha febbre al di sopra dei 37,5°, mi vengono a chiamare – spiega la professoressa Elena Bonini del liceo Canossa – Poi chiamiamo i genitori. In quanto tempo devono vernire a prenderlo? Di preciso ancora non si sa, ma il prima possibile deve essere fuori da scuola”.
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