REGGIO EMILIA – La crisi energetica potrebbe costringere gli istituti scolastici a modificare l’organizzazione delle lezioni. Non è escluso che con l’arrivo dell’autunno, con l’accensione degli impianti di riscaldamento e con i costi delle bollette alle stelle, gli istituti siano messi nelle condizioni di distribuire la propria attività su cinque giorni anziché su sei, oppure che al sabato venga disposta la didattica a distanza con l’obiettivo di risparmiare sulle ore di attivazione delle caldaie. Una soluzione al momento solo ipotetica e che viene giudicata con perplessità da Rossella Crisafi, dirigente del Liceo Ariosto-Spallanzani e referente della rete degli istituti superiori della provincia: “Impostare le lezioni su cinque giorni la settimana è – secondo la dirigente – la strada più difficile da percorrere, perché richiede un cambiamento dell’organizzazione e anche la modifica del patto con le famiglie che si aspettano la scuola aperta al sabato”.
A Reggio va ricordato come già quasi tutte le scuole medie abbiano lezioni distribuite su cinque giorni, stesso discorso per alcune sezioni di istituti superiori. Un conto, però, è una organizzazione già definita in partenza, un conto è un cambiamento in corsa.
Netta poi l’opposizione di Crisafi all’adozione della Dad al sabato, ma non tanto per motivi organizzativi: “La didattica a distanza riteniamo non sia praticabile, abbiamo notato come abbia creato difficoltà nell’apprendimento”.
Sul tema si è espresso nelle ultime ore il ministro uscente all’Istruzione Patrizio Bianchi: “Sono contrario a dire che poiché c’è un’emergenza, la scuola deve essere la prima a pagare”. A decidere, però, sarà eventualmente il nuovo Governo.