REGGIO EMILIA – La prima campanella dell’anno scolastico suonerà domani per 60.512 studenti reggiani, dalle elementari alle superiori. Per molti aspetti si tratterà di un ritorno all’epoca pre Covid. Per limitare l’impatto della pandemia, è pronto al via un piano che prevede, dove necessario, l’installazione di sistemi di purificazione dell’aria. La strada è però ancora lunga.
“Cambiare l’aria nei locali periodicamente, dove si staziona per lungo tempo, deve diventare un’abitudine da non dimenticare”, le parole di Paolo Bernardi, dirigente dell’ufficio scolastico provinciale. L’apertura delle finestre come soluzione per garantire un’atmosfera salubre. Tale comportamento virtuoso resta un punto fermo nell’anno scolastico che comincia senza mascherine (previste comunque per alunni e personale rientranti in categorie a rischio) e senza misure di distanziamento. Una buona pratica prevista dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 26 luglio scorso. Lo stesso che obbliga i dirigenti scolastici a chiedere al dipartimento di prevenzione dell’Ausl e all’agenzia Arpae di effettuare un monitoraggio della qualità dell’aria. “L’importante – ha aggiunto Bernardi – è che questi controlli vengano chiesti e che poi queste domande facciano il corso che devono fare. E’ previsto che la Regione investa in questi impianti di sanificazione, di purificazione dell’aria”.
Laddove dovessero emergere situazioni in cui si respira troppa aria altrui, potrebbe essere prevista l’installazione di un impianto. Ne sono previsti di due tipi: fissi di areazione e di tipo mobile, per la purificazione. Gli interventi andranno chiesti ai proprietari degli edifici, vale a dire Comuni e Provincia. “Le scuole non potranno fare altro che attendere i finanziamenti o l’installazione diretta degli impianti all’interno dei plessi”, che sono ovviamente numerosi. Nella nostra provincia se ne contano 250, che salgono a più di 300 se si considerano le scuole dell’infanzia statali. L’auspicio è che i dispositivi possano essere pronti in tempo per il suono della prima campanella di settembre 2023. “Credo che né il dipartimento di prevenzione dell’Ausl né l’Arpae abbiano il personale per riuscire a fare subito i controlli. E’ un percorso lungo”, ha spiegato Bernardi.
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