REGGIO EMILIA – Sono più di 10mila le donne arruolate dall’Ausl reggiana nell’ambito di MyPebs, il progetto di ricerca che vuole rendere sempre più personalizzato lo screening per il tumore del seno, la neoplasia più diffusa tra le donne.
Lo studio coinvolge diversi Paesi europei, dalla Francia al Belgio, e in Italia vede capofila l’azienda sanitaria reggiana. Sono coinvolte in totale 85mila donne tra i 40 e i 70 anni.
L’obiettivo dei programmi di screening è quello di individuare precocemente la malattia prima che si manifestino i sintomi. Normalmente, la mammografia si ripete ogni uno o due anni. Con MyPebs, la frequenza dei controlli è rapportata al rischio che ha ogni singola donna di andare incontro al tumore sulla base di quattro fattori: l’età, la storia familiare per malattie simili, la densità del seno e le caratteristiche del Dna.
Un percorso più efficace nel limitare i falsi positivi e le diagnosi tardive. Lo studio è randomizzato: le donne che partecipano vengono assegnate casualmente al gruppo in cui viene attuato il percorso tradizionale di screening oppure al gruppo che segue la sperimentazione.
Il risultato finale sperato è di vedere aumentare i casi in cui il tumore viene individuato a uno stadio precoce, perché le donne che hanno un maggiore rischio vengono controllate più di frequente. Il lavoro, da cui usciranno le nuove linee guida internazionali per lo screening mammografico, ha ottenuto dall’Unione europea un finanziamento pari a 12,4 milioni di euro.