NOVELLARA (Reggio Emilia) – Sei persone sono state denunciate e ora sono sotto inchiesta, inchiesta condotta dal sostituto procuratore Iacopo Berardi. Il Comune ha emesso un’ordinanza a firma del sindaco Elena Carletti per il ripristino dello stato dei luoghi entro tre mesi e ora proseguono le analisi per capire se e quali conseguenze ci possano essere, o ci siano già state, per l’ambiente circostante. Durava da un anno l’indagine su quella che è risultata essere una vera e propria discarica ospitata in un’area agricola a San Bernardino di Novellara. Un’attività mirata condotta dai militari del Nucleo investigativo di polizia ambientale, agroalimentare e forestale del Gruppo carabinieri forestali di Reggio, iniziata un anno fa. Un anno di lavoro intenso, visto che ci vuole parecchio tempo per controlli di questo tipo. Sono stati cittadini molto attenti a segnalare al sindaco il va e vieni di grossi camion da e per quest’area, di proprietà di novellaresi. Titolari che avevano chiesto di poter consolidare una carraia con il ‘Concrete Green’, un tipo di inerte che deriva dalla lavorazione e dal trattamento dei rifiuti. Per l’utilizzo devono essere rispettati precisi requisiti di legge. Quindi il Comune di Novellara ha chiesto di verificare la qualità del materiale e i carabinieri hanno eseguito i campionamenti, poi analizzati dal personale di Arpae.
La ditta incaricata della realizzazione del manufatto è di Cerea, nel veronese. Dalle analisi è emerso come alcuni dei composti oltrepassassero in modo considerevole e preoccupante il limite massimo consentito, con conseguenze allarmanti, secondo le indagini, per l’uomo, la fauna e l’ambiente circostante. Il rame ad esempio superava il limite del 3.800% , il piombo di oltre l’800%, il cromo totale di oltre il 400% e soprattutto il cromo esavalente, di oltre il 370% oltre il limite. Secondo quanto appurato con i controlli, i rifiuti ritirati dalla dita veronese presentavano problemi fin dall’origine, con valori di metalli pesanti elevati e, appunto, preoccupanti. Mediante un raggiro documentale l’inerte veniva riciclato come non pericoloso e smaltito nel cantiere di Novellara. Il sindaco ha già annunciato come, se alle indagini seguirà, come probabile, un processo, il comune si costituirà parte civile.
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