REGGIO EMILIA – “Il Pd ha un marchio tossico”. A lanciare il dardo è stato Mattia Santori leader delle Sardine, movimento che si è riacceso all’indomani dell’abbandono di Nicola Zingaretti dalla guida dei democratici.
A Roma una delegazione degli attivisti anti-sovranisti è stata ricevuta sabato dalla presidente del partito Valentina Cuppi, che ha poi considerato irricevibili i toni utilizzati e un’offesa alla comunità del Pd. Allo stesso modo la pensa la segretaria provinciale di Reggio Emilia: da sempre “zingarettiana”, come ora si sono scoperte le Sardine, Gigliola Venturini non nasconde il forte segnale lanciato dalle dimissioni: “C’è stato un punto di rottura che va ricucito e non in un modo di facciata. Il pluralismo è la nostra ricchezza, ma non deve diventare correntismo. La cooptazione dei gruppi dirigenti è un danno”.
L’auspicio della Venturini è che il cosiddetto “progetto piazza Grande”, iniziato dall’ex segretario per aprire il Pd alla società civile, abbia un seguito che includa proprio quelle Sardine che in Emilia Romagna hanno dato una mano innegabile al centro sinistra alle ultime regionali. “Non chiuderemo mai la porta, come non l’ha chiusa la presidente Cuppi che prima di sentirsi dire quello che Santori ha detto separatamente, ha dato ospitalità e promosso un incontro che è durato tre ore”.
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