REGGIO EMILIA – Sono toscani i primi due ultrà finiti nei guai con la giustizia per gli scontri avvenuti dopo Lucchese Reggiana. Le indagini avviate dalla digos hanno comportato l’arresto di un 39enne in passato già coinvolto in episodi di violenza in occasione di manifestazioni sportive. L’uomo, ritenuto vicino ad ambienti dell’estrema destra, è stato sottoposto ai domiciliari. Nelle immagini della videosorveglianza lo si vede in più momenti tirare pugni e colpire con la cintura dei pantaloni i sostenitori granata. Per lui l’accusa è di rissa aggravata in concorso con altre persone. Dello stesso reato deve rispondere un altro tifoso rossonero, denunciato dalla polizia, che lo ha rintracciato dopo avere recuperato a terra, il telefono cellulare che gli era caduto durante i tafferugli.
Un secondo telefono, anch’esso oggetto di sequestro, è di un sostenitore reggiano. Alla sua stessa fazione appartengono le aste delle bandiere utilizzate come bastoni nel duello. Materiale, anche questo, che è stato mostrato nella conferenza stampa convocata dalla questura lucchese. Sullo sfondo ci sono storiche ruggini tra la tifoseria locale e quella emiliana. L’intervento delle forze dell’ordine ha evitato il peggio. Due agenti sono rimasti feriti, rimediando uno 30 giorni di prognosi, l’altro 15.
Le indagini proseguono, con la collaborazione della digos di Reggio, chiamata a dare un nome ai volti che compaiono nelle registrazioni delle telecamere puntate sulla zona. Si profila in arrivo una pioggia di daspo e non sono escluse denunce, oltre che per rissa, anche per i reati di danneggiamento e resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
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