REGGIO EMILIA – Con le sue strofe, li ha resi immortali. Per i morti di Reggio Emilia, composta da Fausto Amodei dopo il 7 luglio 1960 quando cinque operai iscritti al PCI furono uccisi dalle forze dell’ordine durante una manifestazione, ha segnato intere generazioni di giovani e tramandato per sempre la storia di quel maledetto giorno e delle sue vittime. Oggi il musicista e politico torinese, è morto a 91 anni.
Il mondo della musica lo ricorda perché con i ‘Cantacronache’, con cui collaboravano anche letterati e poeti come Calvino, Eco e Fortini, ha portato in Italia lo stile degli chansonnier francesi come Goerge Brassens, Jacques Brel e Serge Gainsbourg che nei loro lavori fondevano musica e poesia per raccontare i cambiamenti profondi che stavano le generazioni più giovani. Reggio Emilia lo ricorda per la sua canzone più famosa che al contempo ha contribuito anche a far conoscere nel mondo quella tragedia. Una canzone ancora conosciutissima e più volte reinterpretata da altri artisti come Milva nel 1975, i Modena City Ramblers e ancora più recentemente Francesco Guccini nell’album Canzoni da intorto.
Vi proponiamo una intervista rilasciata a Istoreco nel 2020
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